Castello di Cerasa
Nel periodo che va dal XII al XV secolo, nascono e si sviluppano numerosi castelli del “Comitato di Fano” sul piano e sulle colline a sinistra del fiume Cesano. Le prime notizie su Cerasa, attualmente facente parte del territorio comunale di San Costanzo, risalgono alla Bolla di Papa Adriano IV del 7 maggio 1156, confermate poi dalla analoga Bolla di Papa Alessandro III del 18 aprile 1178. In entrambe le Bolle il Castello di Cerasa è citato con la sua antica denominazione di “ Quercia fissa” o “ Quercia Scissa” Le antiche mura medievali, perfettamente intatte, avvolgono come in un abbraccio questo piccolo e incantevole borgo. Quando nel XIII° secolo il castello venne demolito, con le sue macerie i monaci di S. Paterniano ne fecero costruire un altro sulla sommità di un colle, non molto distante e chiamato “Monte della Ceregia” da cui derivò l’attuale denominazione di “Cerasa”. Nel 1380, un successivo Martinozzi di nome Domenico, anche lui Abate, fece restaurare e fortificare il “Castello di Ceregia” con la solidale e gratuita opera di tutti i castellani. Nel 1432 Ceregia, ora Cerasa, pur essendo un piccolo centro, per difendere l’integrità dei suoi confini, non esitò a sfidare la vicina San Costanzo e la potente Fano Malatestiana. Come già scritto, riguardo alla nascita e allo sviluppo dei numerosi castelli del “Comitato di Fano” si mette in evidenza che 18 di essi, ormai stanchi del malgoverno Fanese, si sollevarono contro di esso e, istigati da Pandolfo II , ricorsero al Papa Giovanni XXII in Avignone contro i Fanesi. Il Papa accolto molto benignamente il ricorso, tolse dal dominio della città di Fano e assoggettò direttamente alla Chiesa e cioè al rettore della Marca 18 castelli del “comitato quondam Fani” formando il nucleo originario del vicariato di Mondavio. Il castello di Cerasa rimase però fuori da questo vicariato, vi entrerà però a far parte nella prima metà del XV secolo. Il vicariato di Mondavio rimase in soggezione alla Chiesa solo per pochi anni poiché i Malatesta lo governarono sempre legittimamente. Nel 1429 dopo un susseguirsi di vicende familiari, con la morte di Carlo Malatesta il vicariato di Mondavio torno alla Chiesa ma solo fino al 1433 quando la regione della Marca fu sconvolta da una rapida invasione del Capitano Milanese Francesco Sforza che conquistò il vicariato di Mondavio. Ancora visibili le due torri e la porta d'ingresso con la rampa, mentre all'interno del castello si può visitare la Chiesa di San Lorenzo Martire, con la sua fonte battesimale del 1629 e un organo Callido. Sono inoltre degni di nota il portale di Casa Giraldi, in cotto e arenaria.
Galleria
Dove
Altre Informazioni
Categorie
Storico, Architettura
Eventuali servizi
Ingresso gratuito